Urbanistica

Milano, l’ex Palazzo INA: un progetto di luce riflessa tra le strade milanesi!

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Ubicato in zona San Babila l’edificio progettato da Ponti a Milano, l’ex Palazzo INA si erige in tutta la sua maestosità in un gioco di luci a cielo aperto.

Un po’ di storia

L’ex Palazzo Ina ubicato in via San Paolo è il secondo progetto che Ponti firma per l’ente assicurativo. Tra gli anni Trenta e Quaranta si era già occupato di un complesso di appartamenti, che sarebbero dovuti sorgere in via Manin. Come per i coevi edifici di piazza San Babila, si trattava di un tentativo di conciliazione tra le norme del regolamento edilizio. Assi di simmetria, cornici e finestre, dovevano contribuire alla costruzione di un partito volumetrico in grado di dettare un ritmo architettonico.

L’ex Palazzo INA 

La nuova sede dell’Istituto Nazionale delle Assicurazioni sorge dai resti di un edificio bombardato nel 1943. Si tratta di un complesso per uffici che si sviluppa in un blocco compatto di sette piani. Disegnato intorno a una vasta corte interna da cui prendono luce i locali interni.

Il prospetto su strada è l’unico elemento attraverso cui l’opera si presenta alla città. Scomposto verso via San Paolo in dieci brevi campate, è scandito dal cemento bianco dei pilastri a vista. Sopra le vetrine del pianterreno corre una pensilina continua, che dona enfasi al basamento su cui poggia l’intera costruzione.

Mentre, i due livelli superiori sono incorniciati da un lungo marcapiano costituito dalla sequenza di vetri. Ponti apprezzava molto le facciate in ceramica e ne specificava le qualità: la pioggia le ripulisce, e quindi difficilmente vi si accumula sporco. La forma delle piastrelle a diamante fa sì che si rifletta il sole, creando effetti luce, accentuati dalle vetrate su cui riflettono.

L’affaccio su via San Paolo assolve dunque un ruolo-chiave

Il progetto si concentra soprattutto sulle aperture, che si dispongono asimmetricamente nel tentativo di annullare il peso del paramento murario. Spiega Ponti in uno degli scritti dedicati al complesso: “Perché accontentarsi di allineare pigramente finestre tutte uguali ed equidistanti?“.

L’alternanza tra i vuoti delle vetrate e i pieni del rivestimento producono l’effetto di riflessione del cielo sulla strada. Inoltre, la lucentezza che assumono è acuita dall’utilizzo della ceramica che rischiara le strette vie della diafana Milano.

@Clelia Mumolo

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