Storia

Storia della Signoria di Milano, tra dinastie e battaglie

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Nel corso della storia della Signoria di Milano, i Visconti e i della Torre si contendono per secoli il controllo della città. Chi avrà la meglio?

L’importanza del consenso popolare

Era una fredda mattina di novembre del 1237 quando iniziarono le vicende che diedero vita alla Signoria di Milano. Le truppe della Lega Lombarda affrontano l’esercito di Federico II a Cortenuova. Qualcosa andò storto, e le truppe della Lega furono circondate. In pochi riuscirono a sopravvivere. Fu Pagano della Torre, signore della Valsassina, ad aiutare i superstiti rimasti. Questi ultimi furono scortati nuovamente a Milano, eternamente riconoscenti all’uomo che li aveva salvati.

Pochi anni dopo, nella città infuriava la lotta per il potere tra popolo e nobiltà. Nominato “Capo del popolo” nel 1240, della Torre diventò il paladino della giustizia popolare. In questo modo, la famiglia riuscì ad inserirsi nel contesto milanese. La Signoria di Milano nacque nel 1259 sotto Martino della Torre, nipote di Pagano. I torriani controlleranno il territorio milanese fino al 1277.

Visconti e della Torre

Quell’anno i Visconti e i della Torre si scontrano per il controllo di Milano e i territori circostanti. Il regolamento dei conti culminò nella battaglia di Desio, tra i seguaci delle due famiglie. La battaglia, che avvenne presso le mura e le strade del borgo, fu particolarmente violenta. I Visconti ebbero la meglio, anche grazie alla notevole influenza del loro patriarca Ottone, vescovo di Milano dal 1262. La vittoria darà inizio al dominio assoluto della famiglia Visconti sulla Lombardia.

Si deve ad Ottone la riorganizzazione delle assemblee statali. Gli scontri con i della Torre continueranno, ma la famiglia guelfa non riuscirà a riappropriarsi del potere, per ora. Nel 1291 il nuovo signore di Milano è Matteo Visconti. A Matteo si deve la costruzione del castello di Novara e il campanile della Basilica di Sant’Eustorgio. Ma tempi bui sono alle porte per i Visconti, che subiranno il ritorno dei della Torre. Le due famiglie si scontreranno in diverse occasioni all’inizio del 1300.

Con la pace di Pioltello i torriani torneranno ufficialmente ad esercitare il controllo su Milano. La popolazione non è favorevole ai della Torre, e i Visconti continuano ad aspettare nell’ombra la loro occasione. Il momento giusto arriva e, approfittando dei dissapori tra i torriani e Enrico VII, i Visconti tornano a Milano.

Il dominio visconteo

Nel corso del XIV secolo si avvicendano al comando personaggi importanti della famiglia. In particolare, Galeazzo Visconti si dedicherà alla costruzione del castello di Monza. Azzone Visconti, figlio di Galeazzo, portò avanti una politica accentratrice che concentrò il potere nelle mani della dinastia. Grandissima importanza ebbe il progetto della nascita del Duomo di Milano, sotto l’occhio vigile di Gian Galeazzo Visconti. Una vera impresa quella della costruzione della cattedrale milanese. Infatti, quello del Duomo di Milano fu considerato per molto tempo il cantiere più grande d’Europa.

La Repubblica Ambrosiana e gli Sforza

All’estinzione della dinastia dei Visconti, nel 1447, vi fu un triennio in cui la città di Milano si autogovernò. Dopo la breve parentesi della Repubblica Ambrosiana, il condottiero Francesco Sforza decise di cambiare rotta abbandonando i progetti espansionistici viscontei. Tale scelta diede vita, a partire dal 1450, ai cinquant’anni più fiorenti della storia di Milano. La crescita economica era senza precedenti e artigianato, agricoltura e allevamento erano attività fiorenti.

Grazie alla ricchezza e alla stabilità raggiunte, la città raggiunse i 100.000 abitanti. Risale a questo periodo il progetto di costruzione dell’Ospedale Maggiore di Milano, oggi sede dell’Università degli Studi di Milano. Molto importante fu anche il mecenatismo di Ludovico Sforza, detto “il Moro”. Non molto abile in politica, il suo operato sarà notevole soprattutto dal punto di vista artistico e culturale. Sotto Ludovico Sforza Leonardo da Vinci dipinse L’Ultima Cena e lavorò al progetto di ampliamento dei Navigli.

Chiara Savi

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