Milano 2030: il comune presenta i nuovi obiettivi e sviluppi urbanistici.

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La Milano del futuro parla la lingua dell’innovazione: tra spazi verdi, università ed innovazione: ecco come cambierà Milano 2030!

Come sarà la Milano 2030? Quali sfide dovrà affrontare nei prossimi anni? In che modo dovrà essere indirizzato lo sviluppo urbanistico, coniugandolo con le esigenze di mobilità, ambiente e socialità? inclusione e valorizzazione dello spazio pubblico? Se n’è parlato alla Triennale di Milano nel corso di tre incontri pubblici, introdotti e conclusi dagli interventi del sindaco Giuseppe Sala e dell’assessore all’Urbanistica, Verde e Agricoltura Pierfrancesco Maran. Che hanno coinvolto i maggiori protagonisti e analisti della crescita della città nei prossimi dieci anni.

 

Un unico filo conduttore: sviluppo!

Durante il primo dei tre incontri organizzati dal Comune su Milano 2030 è emerso che: l’innovazione sarà il filo conduttore che porterà verso la crescita e lo sviluppo della capitale meneghina. Dalla riqualificazione degli scali ferroviari alla riapertura dei Navigli, dal futuro di Città Studi e delle università di Milano. Fino alla M4 e la Circle line, dal progetto per il grande parco metropolitano ai nuovi parchi cittadini. E poi ancora il piano sulla casa a quello per le piazze. I tre incontri offriranno un quadro d’insieme di una città che vuole crescere in maniera sostenibile e inclusiva, a partire da un grande lavoro di ricucitura territoriale tra centro e periferia, per estendersi oltre i suoi confini in un’ottica di Città Metropolitana.

 

Gli obiettivi della city nei prossimi 12 anni?

Verde pubblico, case accessibili, attenzione alle periferie, innovazione e crescita delle università. Parole chiave importanti ed estremamente ambiziose, ma necessarie per una città che, come è stato previsto dalle statistiche, nel 2030 raggiungerà il milione e mezzo di abitanti.

 

Il Piano di Governo del Territorio ha annunciato la visione urbanistica della città.

Dopo il successo di City Life e Porta Nuova non si ferma, ma raddoppia: il prossimo passo è infatti ristrutturare i quartieri popolari e recuperare gli edifici abbandonati. Dall’Assessore alla Mobilità e Ambiente, Marco Granelli, ai numerosi architetti presenti durante l’incontro, il messaggio è corale: occorre recuperare i vuoti urbani, come gli scali Farini, Porta Romana e Porta Genova. Dando loro nuova vita attraverso l’istituzione di concorsi aperti e di nuovi progetti di didattica sociale.

 

Milano 2030 è però anche attenta al tema delle Università, che in dieci anni hanno registrato una crescita dell’8%.

Dalla Bicocca alla Bocconi, fino all’Humanitas, i progetti di nuovi campus renderanno la città sempre più simile ai modelli americani. Alcuni interventi porteranno inoltre la firma di celebri architetti, come il nuovo campus di architettura del Politecnico, disegnato da Renzo Piano. Un vero e proprio restyling la cui fine lavori è prevista nel 2020.

 

In attesa di vivere in prima persona i nuovi cambiamenti della città, non ci resta che attendere fiduciosi e goderci una trasformazione che, di fatto, è già in atto. E speriamo non si fermi!

credits: wikipedia

@Clelia Mumolo

 

 

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